Crema di riso alla maniera di Jahor

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INGREDIENTI : (per 4 persone)


2 scalogni tagliati a julienne
500 ml di olio di semi (mais, girasole, soia)
200 g di riso a chicco lungo
acqua
sale
pepe nero appena macinato
500 ml di brodo di pollo
150 ml di pollo cotto sminuzzato
1 cipollina tritata, compreso il gambo verde
2 cucchiai di foglie di coriandolo tritate
2 pomodori tagliati a pezzettini

 

PREPARAZIONE :

Scaldate l'olio di semi in un wok e friggete gli scalogni tagliati a julienne. Toglieteli dal fuoco e appoggiateli su un pezzo di carta da cucina per assorbire l'olio eccedente.

Mettete il riso in una casseruola con 1,250 ml di acqua. Salate e pepate. Portate ad ebollizione, quindi abbassate la fiamma al minimo, coprite il recipiente e fate cuocere finchè il riso non è pronto. Se il riso dovesse risultare molto asciutto, aggiungete ancora un po' di acqua; in caso contrario, proseguite la cottura finchè non ottenete la consistenza desiderata.

Servite il riso nelle ciotoline individuali. Irroratelo con il brodo di pollo e decoratelo con il pollo sminuzzato, la cipollina, il coriandolo, i pomodori e gli scalogni fritti.

 

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あぶらすまし - Abura Sumashi

 

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Pare che molto tempo fa vivesse nei pressi di una strada di montagna un essere chiamato Abura Sumashi. Il nome della strada era Kusazumigoe, e attraversava il paese di Amakusa nella provincia di Kumamoto nel Kyushu. Nel periodo Meiji capitò una cosa strana a un’anziana donna, convinta del fatto che la storia del mostro fosse solo una vecchia leggenda. “La gente del posto è convinta che quì una volta abitasse un mostro che si chiamava Abura Sumashi” disse a suo nipote quando giunse su questa strada con lui. Nello stesso istante le foglie ai bordi della strada presero a frusciare, e aprendosi improvvisamente lasciarono apparire l’oggetto della discussione. “Sono ancora quì “ l’apostrofò Abura Sumashi.

Di questo essere è andato perso praticamente ogni ricordo, a partire dal perchè vivesse lungo quella strada fino – incredibile a dirsi – al significato della parola sumashi. In generale, però, le creature che contengono la parola abura (olio) nei propri nomi sono probabilmente tutte nate nell’epoca in cui si usavano le lampade ad olio.

Vicino al paese di Otsu, nella provincia di Shiga, appare spesso un misterioso fuoco volante chiamato da tutti Abura Bo (bo, monaco). Secondo l’opinione comune tale nome deriva dal fatto che all’interno del globo fiammeggiante appare spesso l’immagine di un monaco: probabilmente si tratta dell’anima di un bonzo del monte Hiei che rubò i soldi per l’olio da lampada. A quell’epoca non esisteva ancora l’energia elettrica, ed era una sostanza piuttosto preziosa, per cui è facile intuire che alla base dell’esistenza di queste creature ci fosse un monito riguardo al fatto che sprecare olio fosse sbagliato.

Noi che..

..non vediamo l’ora di guardare Toy Story 3 solo per vedere..

 

LUI

 

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Vediamo se qualcuno indovina di chi sto parlando!

結婚できない男 – Kekkon Dekinai Otoko

Gli esami sono finiti (almeno fino a settembre), il caldo è insopportabile e le zanzare hanno già fatto le loro prime (stronze) manifestazioni.. cosa c’è di meglio per accantonare lo stress di un bel drama del 2006 con il fantastico Abe Hiroshi ??! (di lui vi consiglio anche Dragonzakura)

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Il drama in questione è, come da titolo, Kekkon Dekinai Otoko, che tradotto vuol dire “L’uomo che non può sposarsi”. Il perchè verrà spiegato man mano che si va avanti con le puntate anche se io a dire la verità ne ho trovati 3 o 4 di motivi XD

Commedia di 12 episodi mai scontati e banali (persino il finale vi lascerà sorpresi!). La serie ha vinto i 50° TV Drama Awards in Giappone!

Il protagonista di questo drama, Kuwano Shinsuke, è un architetto di grande talento sebbene abbia un carattere scontroso, arrogante, ami la solitudine e sia fermamente convinto che la vita da single sia quella migliore, nonostante tutti quelli che lo conoscono lo vorrebbero sposato.

Un giorno nella sua vita però irrompono due donne, la giovane vicina di casa e il suo medico curante, che riusciranno in qualche modo, tra una litigata e l’altra, a smuovere qualcosa dentro di lui!

Il divertimento è garantito! 33wp991

 

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Biancomangiare al sesamo nero

 

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INGREDIENTI:  (4 persone)

200 ml di latte
310 ml di panna
2 1/2 cucchiai di zucchero
1 cucchiaio di gelatina in polvere
3 cucchiaini di amaretto
2 cucchiai di kuromerigoma (semi di sesamo nero macinati)
2 cucchiai di shiromerigoma (semi di sesamo bianco macinati)
4 cucchiai di salsa kuromitsu (sciroppo di caramello giapponese)

Per la sfoglia caramellata :

1 sfoglia di pasta filo
zucchero
semi di sesamo bianco

PREPARAZIONE:

Per preparare la sfoglia caramellata, stendete la pasta filo su una teglia da forno precedentemente imburrata, spolverizzatela leggermente con lo zucchero e mettetela sotto il grill del forno finchè lo zucchero non si caramella. Togliete la sfoglia dal forno e cospargetela immediatamente con i semi di sesamo bianco. Lasciatela raffreddare., tagliatela a pezzetti , quindi mettetela da parte.

Versate il latte, la panna e lo zucchero in una casseruola e mettetela sul fuoco, scaldando lentamente finchè lo zucchero non si scioglie. Togliete il recipiente dal fuoco, incorporate la gelatina e mescolate finchè non si è perfettamente amalgamata. Aggiungete l'amaretto e continuate a mescolare.

Dividete il composto in 3 parti uguali. Incorporate la pasta di sesamo nero a una parte e mescolate; aggiungete la pasta di sesamo bianco a un'altra parte. Lasciate l'ultima parte al naturale.

Distribuite il biancomangiare al sesamo nero sul fondo di quattro coppe da gelato precedentemente raffreddate. Versate su quest'ultimo uno strato di biancomangiare di sesamo bianco e terminate con uno strato di biancomangiare al naturale. Fate raffreddare in frigorifero per 1-2 ore.

Decorate ogni coppa con un cucchiaio di salsa kuromitsu e un pezzetto di sfoglia caramellata. Servite accompagnando con frutti di bosco rossi.

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油返し – Abura Gaeshi

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Nei pressi dell’argine settentrionale dello stagno di Koya, nel paese di Settsu (attualmente Koya è uno dei quartieri della città di Itami nella regione di Hyogo) , nelle notti buie di inizio estate e nelle notti gelide d’inverno appaiono misteriosi fuochi chiamati Abura Gaeshi (coloro che restituiscono l’olio). Questi fuochi escono dalla tomba di Senso, che si trova a sud di questo stagno, attraversano l’argine – realizzato, si dice, dal grande Gyogi Bosatsu – dello stagno di Koya e di quello di Mizugaike, e dalla riva del fiume Tenjin risalgono il monte Nakayama. Alcuni affermano che sono le anime dei ladri che hanno rubato l’olio del tempio di Nakayama. Gli abitanti della zona raccontano questa vicenda con una filastrocca onomatopeica :

gli Abura Gaeshi si accendono “pappa-pappa”, chiacchierano “ocha- ocha- ocha”, camminano “tobo-tobo-tobo-tobo” e senza mai tornare indietro “sengri-sengri” si bruciano in fretta.

Alcuni ritengono che la misteriosa faccenda sia in realtà una fiaccolata in occasione di una cerimonia di nozze delle volpi che abitano l’argine nord, mentre altri sono convinti che i fuochi appartengano ai lupi nei dintorni della tomba di Senso. Tutta la zona sembra risentire l’influsso di queste apparizioni; per esempio, intorno alle risaie nei pressi dell’argine nord dello stagno, si trova un bosco chiamato Nobosemama (bel bosco), al cui interno non è possibile avventurarsi: chiunque lo faccia, infatti, dopo pochi passi cade a terra esalando uno strano sospiro e muore..

Esiste un altro fuoco fatuo misterioso simile all’Abura Gaeshi, il cui nome è Aburabo e di cui si dice che sia l’anima dannata di un monaco resosi responsabile di cattive azioni.

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