Taketori monogatari 竹取物語 – Storia di un tagliabambù

copj13.asp E’ un racconto popolare giapponese del X secolo, considerato il più antico esempio di narrativa del Giappone.

Il tagliatore di bambù Okina (竹取翁, Taketori no Okina) trova una canna di bambù che risplende nella notte; tagliandolo trova al suo interno una bambina, grande come un pollice. L'uomo, che non ha figli, porta la bambina a casa dalla moglie, e i due la crescono come fosse loro figlia, dandole il nome Kaguya-hime ("principessa splendente"). Da questo momento in poi ogni volta che l'uomo taglierà un bambù vi troverà all'interno una piccola pepita d'oro. Kaguya-hime crescendo diventa una bellissima donna, e la famiglia, arricchitasi grazie a tutto l'oro trovato da Okina, cerca di tenerla al riparo da occhi indiscreti.

 

SPOILERLa bellezza della donna tuttavia viaggia di bocca in bocca, e presto cinque principi si presentano alla loro porta, chiedendo alla principessa di scegliere uno di loro. Kaguya-hime escogita per loro cinque prove impossibili; il primo dovrà portarle in dono la sacra ciotola del Buddha, il secondo un ramo del leggendario albero dal tronco d'oro e foglie d'argento, il terzo la pelle di un topo di fuoco dalla Cina, il quarto il gioiello dai molti colori posto sul capo di un drago, e infine il quinto la preziosa conchiglia nascosta nella pancia di una rondine. Comprendendo l'impossibilità delle richieste, il primo torna con una preziosa ciotola comprata da un tempio, ma la principessa nota che non emana luce santa; il secondo dopo aver cercato l'albero si arrende e lo fa forgiare da abili gioiellieri, ma oltre al dubbio della principessa è tradito dai gioiellieri che ancora aspettano di essere pagati; il terzo compra il tesoro da un cinese, ma quando porta la pelle alla principessa a questa basta gettarla nel fuoco per capire che non è autentica; il quarto si arrende dopo aver rischiato la vita nella ricerca del drago; il quinto perde la vita nel tentativo di afferrare la rondine.

Avendo sentito parlare della bellezza della principessa, lo stesso imperatore del Giappone va a visitarla e se ne innamora; tuttavia la principessa rifiuta anche le sue proposte, e rifiuta di recarsi a palazzo con lui.

Sopraggiunta l'estate, la principessa sospira spesso alla luna e infine confessa di provenire da lì; a metà della stagione aspettava la visita dei suoi concittadini di Tsuki no Miyako (月の都, "Capitale della luna") che l'avrebbero ricondotta a casa. L'imperatore invia molte guardie a impedirlo, ma queste sono accecate dalla luce emanata dagli esseri celestiali; la principessa lascia una lettera di scuse, la sua veste per il padre e una goccia di elisir della vita per l'imperatore. Quando sulle sue spalle viene posta una veste di piume, dimentica il tempo trascorso sulla terra e torna sulla luna.

Subito dopo la partenza di Kaguya-hime, i genitori si ammalano, mentre l'imperatore, ricevuti i lasciti della principessa, si reca sulla montagna più alta del suo impero per bruciare lettera e elisir della vita; secondo la storia il nome della montagna, Fuji, deriva dalla parola "immortalità" (不死, fushi, ma può anche essere letto fuji), mentre i kanji,  che si leggono "montagna ricca di guerrieri" (富士山, Fuji-yama), si riferiscono all'esercito dell'imperatore che scala la montagna; inoltre il fumo che sale dalla cima del monte (all'epoca più vulcanicamente attiva di oggi) deriva dall'elisir che brucia ancora oggi.

(tratto da wikipedia)

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